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Gli italiani lo fanno meglio?

GIOCATORI STRANIERI TESSERATI IN PRIMAVERA 1 TRA IL 2017 E IL 2020

Vedersi escludere senza troppi complimenti dalla campagna di Russia 2018, se ti chiami Italia e se si parla di pallone, è un boccone difficile da digerire. Nelle tavole rotonde allestite dopo il disastro, i vertici del calcio nostrano hanno puntato più volte il dito sulla carenza di giovani pronti a rinnovare la nazionale. “Alla fine del nostro biennio vorrei avere uno zoccolo duro di ragazzi tra i 21 e i 23 anni” sosteneva Ventura, esautorato e messo a tacere dopo la disfatta contro la Svezia. Due anni dopo, la “Giovine Italia” se l’è ritrovata in mano Mancini, non di certo il primo ad averci pensato. Dopo l’eliminazione e la successiva rivoluzione, la necessità di rifondare con stile ha giocato a favore di un rilancio dei giovanissimi seguendo l’esempio di Olanda ed Inghilterra. Anche l’avvento delle Under 18, unito all’aumento dei calciatori fuori quota utilizzabili da ogni squadra, stanno modificando la popolazione del campionato Primavera e più in generale di tutto il settore giovanile. Le rose diventano più colorate, ma quante provengono dal nostro paese? A pochi giorni dal mercato di gennaio, il numero degli stranieri è variato: continuerà a farlo con costanza o anche la stagione 2019/2020 si chiuderà sulla falsariga delle precedenti?

L’assist è arrivato dal derby fra Sampdoria e Genoa, quando i blucerchiati scendevano in campo con 9/11 provenienti da altri paesi e i rossoblu si trovavano orfani di due giocatori convocati in prima squadra: un azzurrino di belle speranze come Nicolò Rovella, di cui ora si sono magicamente accorti tutti, e l’olandese con origini dell’America latina Denilho Cleonise. Il primo non ha mai faticato a ritagliarsi il ruolo da metronomo nel centrocampo di ogni leva, anche nell’Under 19 di Bollini, il secondo ha dovuto superare – non senza fatica – gli ostacoli della lingua e del cambio radicale nella vita di tutti i giorni. Ce l’hanno fatta entrambi, chi l’avrebbe mai detto. Soprattutto, chissà se e quando li rivedremo in Primavera. Discorso simile per l’Inter, che nell’ultima giornata di Serie A ha messo finalmente in mostra Esposito (già utilizzato in Champions League) portandosi in panchina anche il camerunese Agoumé. Italiani e non italiani a braccetto nel calcio dei grandi. Thiago Motta l’ha fatto per scelta, Antonio Conte per necessità.

Cinquanta e cinquanta, una bandiera tricolore su cui vengono ricamati i nomi dei tanti talenti in arrivo dal resto del mondo. Nel meltin’ pot dei settori giovanili, ogni estate circa 1/3 dei calciatori che vanno a comporre la rosa vengono pescati dall’estero: nel 2017 Genoa e Samp salivano sul podio fra le primavere con più stranieri d’Italia, a braccetto con una Lazio (57%) che l’anno successivo sarebbe incappata in una clamorosa retrocessione. Il tutto dopo aver speso cifre folli per due portoghesi gestiti da Jorge Mendes, che sono poi stati parcheggiati in Premier League al Wolverhampton: Pedro Neto gioca con una certa continuità, Bruno Jordão fatica a trovare spazio. 50% e 50% come alla roulette. Nella prima parte della stagione 2019/2020 in Primavera sono stati tesserati 133 calciatori stranieri, in proiezione meno rispetto agli anni precedenti, anche se nel grafico non vengono contati i ragazzi “sottoleva” che vengono chiamati per dare una mano ai compagni più grandi nei momenti di bisogno. Nel campionato Under 18 le percentuali si abbassano sensibilmente, ma va ricordato come le squadre impegnate siano solamente 9. Nei grafici non vengono considerati nemmeno i giocatori che si aggregano dalla prima squadra, basti pensare allo svedese Olsen che ha scontato la squalifica in Serie A con la maglia del Cagliari di mister Canzi. Ma ogni caso fa storia a sé: c’è chi ne ha pochissimi ma se li tiene ben stretti, come proprio in Sardegna fanno da mesi con il centrocampista classe 2002 Kanyamuna, che ha scalato le gerarchie del centrocampo con movenze alla Kanté, e c’è chi ne lascia una buona parte in panchina. Del resto la Primavera è anche il regno dei procuratori. L’inverno porta il calciomercato, le nostre primavere quanto e come si serviranno alle bancarelle al di là del confine?

Talenti a chilometro zero fatti in casa, migliaia di chilometri fatti dagli osservatori. Qualcuno prende un ventenne a braccetto e se lo porta in prima squadra, come Juric con Kumbulla e D’Aversa con Kulusevski, il Brescia con Tonali e la Roma con Zaniolo, qualcun altro decide di abbassare l’età media prendendone tre nel giro di una settimana: Cuellar, Maselli e Tunjov, gettati nella mischia da Semplici fra Coppa Italia (Lecce) e camipionato (Roma). Al tecnico della SPAL non sarà certamente passata inosservata la politica giovanile di Thiago MottaNel Genoa di Sabatini della retrocessione scampata, l’anno scorso s’intravide la classe di Romero, mentre nelle prime partite della nuova stagione targata Chiappino si è messo in mostra Agudelo. Nel 2020 toccherà a Bruno Amione? Oggi la squadra di Primavera 1 con meno italiani in rosa è la Juventus (12), ma il preferito di Sarri sembra essere Manolo Portanova, figlio d’arte nato a Napoli. Segno di come il calcio, che piaccia o meno agli statisti, non potrà mai essere una scienza esatta. Parola di Allegri.


 

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