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Dea e sospetti

La 35esima giornata nel segno di Gasperini e della Dea. Il tempo è un grande autore. Trova sempre il finale giusto.

Dopo il tempo di Pep Guardiola e quello attuale di Klopp, Gasperini sta facendo vedere che il suo gioco europeo è il migliore nel campionato italiano. Il suo calcio non è un miracolo: arriva da lontano. Un calcio che è sempre stato bello da vedere con obiettivo il  risultato. Basta con l’etichetta che il Gaspe è uncoltivatore di giovani, basta leggere la carta d’identità dei giocatori più forti della Dea.

Gasperini sta dimostrando che il calcio promuove le idee e boccia chi non le ha. L’Atalanta sta dimostrando che nel calcio bisogna essere guidati da poca gente, ma che sappia di calcio. La Dea ha strapazzato la Lazio a domicilio rimandando sull’altra sponda del Tevere la possibilità di scansamenti.

La Juventus, anzi CR7, hanno tolto la Champions dalle corna del Toro di Mazzarri. Il Napoli matematicamente secondo in campionato batte il Cagliari del solo Pavoletti sempre in gol.

L’Inter senza sussulti particolari si avvicina al traguardo, ancora non sicuro, della Champions. Spalletti scandalizzato dalle foto osè di Icardi lo lascia in panchina? Spalletti come “tagliarsi  i co…..i  per far contenta la moglie”. L’Udinese ringrazia e pareggia.

Con la vittoria del Milan contro il Bologna la corsa alla Champions si riapre con cinque squadre in 5 punti a giocarsi 3° e 4° posto. Una lotta che si giocherà fino alla fine della stagione. L’Atalanta potrebbe schiacciare anche il Biscione interista, ma difficilmente ci riusciranno la Lupa di Ranieri ritornata nel gabbia del suo campionato anonimo contro il Grifone,  non aggredendo mai la gara e sfruttando solo l’errore altrui. Rometta salvata dall’ex Sanabria che ha fallito il rigore salvezza per il Vecchio Balordo. Cose, atti che succedono come nel passato a chi gioca e non a chi guarda il calcio da fuori.

Torino e Milan ci sperano, ma i travagli per la prima tecnica e tattica senza aver trovato o in ritardo la quadratura del cerchio da parte di Mazzarri e più per i problemi societari il Milan, che si rispecchiano sul tecnico e sui giocatori, hanno bisogno di un miracolo che può concretizzarsi solo con l’harakiri di chi li precede.

Il Milan batte il Bologna ieri sera tra nervosismo, quattro espulsi in zona cesarini (nessuna sorpresa, l’arbitro era Di Bello di Brindisi), sofferenza, litigi in diretta tra Gattuso e calciatori con un problema in più, Piatek, che ha le polveri bagnate da quattro settimane. La Lazio confida solo nella Coppa Italia casalinga contro la Dea.  Tutti sono spaventati dal settimo posto in classifica, mai digerito dal calcio italiano.

Nella terra di nessuno spicca solo Quagliarella coi suoi 25 gol. Toni vinse la classifica cannonieri da anziano con 22 reti. Qualcuno strizza l’occhio e si ottura il naso sulla torta parmigiana dimenticandosi che il Quaglia lo scorso anno fece 19 reti. Piuttosto in casa Sampdoria c’è da chiedersi con un capocannoniere che potrebbe arrivare a 30 reti e rimanere a fine campionato con un pugno di mosche in mano di chi sono le colpe.

La Fiorentina ha sbracato, non si è scansata a Empoli ed è stata punita non solo per colpa del portiere avversario, Dragowski, ma anche da Montella, un aereoplanino rimasto nell’hangar con un pareggio e tre sconfitte consecutive.

Sassuolo, Spal, Cagliari, Parma, con giornate di anticipo, hanno fatto quello che pensavano ad inizio campionato: salvarsi senza soffrire fino alla fine. Il Bologna con la sconfitta contro il Diavolo vorrebbe non essere risucchiato nella mischia domenica prossima nel derby emiliano contro il Parma con tre espulsi Dijks, Danilo in difesa e Sansone in attacco.

Per la retrocessione è rimasto un solo posto. Il Frosinone ha spento la candelina al Mapei pur in vantaggio di due a zero si è fatto recuperare dal Sassol. Vista la squadra, salvarsi sarebbe stata una impresa.

Empoli e Udinese sono le prime indiziate, il Genoa rimane sull’orlo. La differenza la farà il calendario se nessuno si scanserà. Il Genoa, del resto, ha fatto quello che fanno gli studenti durante l’anno scolastico: studiano e si applicano senza continuità e in vista degli esami devono tirare fuori tutto, non solo l’intelligenza, per recuperare.

Al Vecchio Balordo a salvezza avvenuta bisognerà trovare subito delle regole da rispettare nel prossimo campionato. Non arrivando il faraone arabo, cinese, americano, non bisogna più deludere e per una volta non fare scelti felici solo per bilancio.  Il campionato 2018/2019 ha confermato come gli affari al calciomercato con gli intermediari e gli agenti non possono andare d’accordo coi risultati.

Le righe precedenti potrebbero essere la risposta a chi mi chiede perché non prendo posizione contro la contestazione. Legittima, ma sembra una partita da giocarsi da parte di Sancho Panza contro i Mulini a vento se si chiederà a Preziosi solamente di andarsene e di vendere.

Con la speranza che qualcuno si faccia avanti a comprare il Vecchio Balordo, chiederei di fare una campagna acquisti mirata per obiettivi tecnici con una rosa già pronta prima del ritiro estivo. E chiederei, oltre i valori del bilancio, di sapere il lavoro effettuato dallo scouting per capire se è un lavoro inutile e se e perché i calciatori arrivano per altre vie. E chiederei tante altre cose da non ripetersi per non replicare i troppi errori commessi in questa stagione e in quelle precedenti, che sono inutili da elencare nuovamente, in particolare in questo finale di campionato.

Sulle plusvalenze non solo per il Genoa non ci sarà nulla da fare. Sarebbe però importante che non venissero sprecate con acquisti e ingaggi a capoccia che non hanno futuro. Nella rosa attuale del Genoa, quando alla fine si faranno i conti dei minuti giocati, in quanti sono stati pagati lautamente senza aver giocato un solo minuto o averne giocati pochi saranno minusvalenze che si devono evitare. Importante adesso è salvarsi perché il buio questa volta potrebbe esserci veramente dietro la siepe.

Vecchio Balordo, anche al Mapei Stadium contro la Dea non dovrà essere un giorno senza sorriso altrimenti sarà un altro giorno perso.

Tra VAR e colpi di mano giudicati e non, in questo finale di campionato si deve condannare la non contemporaneità delle partite, almeno per quelle squadre che si giocano una stagione.


I NUMERI DEL CAMPIONATO (aggiornati alla 35° giornata)

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