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Deadline Day

Ieri sera è stata posta la parola fine sul calciomercato inglese, a poche ore dalla prima giornata di una Premier League variegata e livellata verso una class action delle squadre medio-piccole, sempre che così possano ancora essere definite. Si parte con Manchester United-Leicester, la sfida tra il grande deluso dell’estate – José Mourinho – e le Foxes del centrale difensivo Maguire, promesso sposo ai Red Devils ma “costretto” a giocare da avversario con in maglia blu. Colpa o merito della forza economica di cui gran parte delle squadre inglesi possono disporre, solidità che concede il lusso di rizzare o meno il pollice di fronte alle più svariate offerte. Tradotto: 60 milioni di sterline per Ryad Mahrez, unico colpo dell’estate messo a segno dal Manchester City e il terzo più caro del mercato estivo, possono bastare per tirare giù la clèr anche di fronte a una flessione nei ricavi dai diritti televisivi, come sottolineato in tempi non sospetti da Tuttosport. La Juventus, tanto per restare in tema, potrebbe laurearsi campionessa dell’estate in virtù di oltre 250 milioni in uscita, contando anche i riscatti di Andrea Favilli, Douglas Costa e Giangiacomo Magnani.

Come illustrato dalla seguente formazione, anche in Inghilterra si possono fare affari: per la modica cifra di 30 milioni di euro, ecco una formazione di tutto rispetto

https://twitter.com/btsportfootball/status/1027653019435982849

 

400 MILIONI – L’Everton ha scelto invece di ergersi a padrona indiscussa del D-Day britannico mettendo a segno 4 colpi in meno di 24 ore. Le Toffees, al termine di una stagione particolarmente dispendiosa e travagliata, con 14 giocatori fatti sbarcare al John Lennon International Airport per un totale di 203 milioni di euro. A fare da air-bag, oltre alla qualificazione in Europa League in un girone poi rivelatosi nefasto, anche la cessione di Romelu Lukaku al Manchester United. Un anno dopo, solo acquisti: 90 milioni netti per Richarlison, Digne e Yerry Mina, uniti ai prestiti di Bernard, Zouma ed il flop portoghese André Gomes hanno fatto dell’Everton la regina del mercato inglese. O meglio, a vincere a mani basse è stata in generale la città di Liverpool, forte degli oltre 180 milioni spesi da Jurgen Klopp per Alisson, Keita, Shaqiri e Fabinho. Sapranno che il derby del Merseyside non fa sconti a chi lo perde? 

https://twitter.com/lorenzo_semino/status/1027634299988844549

C’è chi dice no, si chiama Fulham e risponde con un’estate da oltre 100 milioni di sterline, 5 giocatori annunciati nel Deadline Day e qualche pezzo da novanta come Anguissa, Seri, Schurrle, Vietto e Sergio Rico: non era mai successo che una neo-promossa in Premier League mettesse mano al portafogli con un budget così ampio. Ad eguagliare i campioni in carica del Manchester City, perlomeno nelle cifre di colore rosso, ci avevano già pensato Brighton e Wolverhampton, quest’ultima una vera e propria colonia portoghese con 7 lusitani in rosa e Nuno Espìrito Santo in panchina. Una squadra che già lo scorso anno si portava in Serie B talenti come Ruben Neves, pagandoli quasi 20 milioni, oggi fa lo stesso con Rui Patricio, Joao Moutinho e il giovanissimo Jota.

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In un mercato così variegato e di simile spessore, anche se livellatosi verso una media borghesia da centro classifica, a spender poco o spender zero sono state tre londinesi: Watford, Crystal Palace e il Tottenham delle meraviglie. L’Arsenal è ripartito da Unai Emery e si è collocato con sobrietà al centro della classifica sulle spese in entrata, reduce dal doppio colpo in attacco sferrato tra l’estate del 2017 e il gennaio del 2018: Aubameyang e Lacazette posson bastare. Solamente Watford e Newcastle attualmente possono godere di un saldo positivo, avendo accolto in casa complessivamente 33 giocatori per farne partire 26. Uno di questi è stato proprio Richarlison, paragonato da Jamie Redknapp a un giovane Cristiano Ronaldo e pagato quasi 45 milioni di euro.

La Premier League, in attesa di possibili uscite milionarie verso i campionati con la finestra del mercato ancora aperta, resta ancora in pole position nella graduatoria dei colpi più costosi ma ha visto venire spesi circa 300 milioni in meno rispetto alla estate passata. Fra gli 8 calciatori più pagati nella corrente sessione, solamente la coppia formata da CR7 e Lemar non giocherà in Inghilterra. 72 milioni per Alisson, 80 per Kepa, 60 puntati dallo United per il brasiliano Fred. Se Lotito può permettersi di chiederne non meno di 100 per Sergej Milinkovic-Savic, è anche grazie alla cifra spesa da un notoriamente spendaccione West Ham per assicurarsi Felipe Anderson in un’estate da 99 milioni complessivi.  

Oltre ai 180 milioni sborsati dal Liverpool per tornare a spaventare l’Europa, Maurizio Sarri chiude il primo mese a Stamford Bridge forte di un centrocampo ritinteggiato ed il prestito secco di Mateo Kovacic per una stagione. Con queste parole il nuovo portiere più pagato al mondo ha provato a spiegare ai giornalisti l’andamento del mercato: “In generale il movimento è aumentato di molto negli ultimi anni. Questo è dovuto a molti fattori, in parte anche ai contratti che i club stipulano con le televisioni. Sono d’accordo sul fatto che oggi esista un nuovo modo di valutare i portieri: vengono pagate grandi somme per gli attaccanti, perché non si fa lo stesso con noi?”

In assenza di grandi bomber da sguinzagliare, la Premier ha fatto proprio questo. La Premier è diventata anche questo, un paradiso terrestre in cui due scarti del Barcellona scelgono di approdare a poche ore dalla chiusura del mercato, dove si stanziano colonie ispaniche e portoghesi mentre alcune realtà londinesi restano a guardare. Terra di conquista per le stelle brasiliane ancora in cerca di consacrazione. E qualcuno dirà che c’è un modo migliore. 

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